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Intervista a Milo Manara durante la XI Edizione di Etna Comics

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Durante la XIª Edizione di Etna Comics, Festival Internazionale del Fumetto, Animazione, Cinema e Games, tenutasi dal 1 al 4 giugno presso il complesso delle Ciminiere di Catania, abbiamo avuto l’onore di intrattenere una lunga chiacchierata con il famoso fumettista, ormai leggenda, Milo Manara.

Milo Manara

Milo Manara è nato a Luson, il 12 settembre 1945.

Da subito l’interesse per il disegno e le arti visive lo affascinano tanto da diplomarsi in un liceo artistico privato. Si trasferisce a Verona dove inizia a lavorare come assistente del noto scultore spagnolo Miguel Ortiz Berrocal e, nello stesso periodo, si iscrive alla Facoltà di Architettura a Venezia. Con l’avvento della Pop Art nel 1963, l’interesse di Manara si sposta verso l’illustrazione ed il fumetto da sempre “vietati” dalla madre.

Manara, grazie alle ultime novità delle bande dessinée, come Barbarella, Jodelle e Pravda, si avvicina al Fumetto; in esso scorge la possibilità di farlo diventare un lavoro e decide di provare a sperimentare la sua arte utilizzando questo linguaggio.

Sul finire degli anni ’60, a Milano, inizia a muovere i primi passi nell’editoria a fumetti e conosce Mario Gomboli, il quale lo dirotta verso l’editore Furio Viano, che lo fa debuttare come autore di storie erotico-poliziesche sulla collana “Genius”, diventando addirittura un fumetto seriale con il primo episodio “Il morso della lupa” del 1969, proprio con i disegni di Milo Manara.

Dopo poco arriva il successo con il n.14 di Jolanda de Almaviva, serie sexy di grande impatto sul pubblico. Manara lascia l’università ed inizia la collaborazione con il Corriere dei Ragazzi, nel quale disegna una serie di fumetti sceneggiati da Mino Milani, in cui vengono processati i grandi personaggi storici. In questi anni inizia il suo lavoro più disparato, anche su generi opposti, come il lavoro su Un fascio di bombe, fumetto sulla strategia della tensione nelle stragi di Stato. Subito dopo, sulla rivista satirica Telerompo assieme a Silverio Pisu, Manara dà vita a due opere significative per la sua maturazione: “Lo Scimmiotto” e “Alessio, il borghese rivoluzionario“, che segnano il suo debutto nel fumetto d’autore.

Collabora successivamente con la casa editrice francese Larousse, per cui realizza alcune storie inserite nelle raccolte “L’Histoire de France en bandes dessinées“, “La decouverte du monde” e “L’Histoire de la Chine“.

Nel 1978 crea il suo primo personaggio di successo, Giuseppe Bergman, sceneggiandone anche la storia, pubblicata dapprima in Francia con il titolo “HP et Giuseppe Bergman“, dove “HP” è un chiaro riferimento al suo maestro e mentore Hugo Pratt, trasformato in uno dei protagonisti del racconto. In Italia verrà pubblicato con successo a partire dai primi mesi del 1980 sul primo numero di Totem.

Tra la fine degli anni Settanta ed i primi anni Ottanta partecipa alla realizzazione della Storia d’Italia a fumetti di Enzo Biagi e crea, su commissione della rivista PlaymenIl Gioco, storia ad alta densità erotica che dà a Manara un successo a livello mondiale.

Di questo periodo è anche il primo di due lavori su testi di Hugo Pratt, per il quale disegna due storie fondamentali per la sua carriera e per il fumetto d’avventura italiano: Tutto ricominciò con un’estate indiana, pubblicata a puntate dalla rivista Corto Maltese dal 1983 al 1985, seguita da El Gaucho, pubblicata da Il Grifo dal 1991 al 1995.

Nel 1981 esce un’altra storia importante per Manara, L’uomo di carta, questa volta di ambientazione western, pubblicata ancora in Francia dalla rivista Pilot. La storia, scritta e sceneggiata da Manara, uscirà in Italia quasi in contemporanea sulla versione italiana della medesima rivista. Manara disegna poi L’uomo delle nevi, per la collana “Un uomo, un’avventura”, edita da Cepim, oggi Sergio Bonelli Editore. Subito dopo crea Miele, uno dei suoi personaggi femminili più famosi, protagonista dei volumi Il profumo dell’invisibile e di sei storie brevi intitolate Candid Camera.

Nel 1987 inizia la collaborazione con Federico Fellini, grazie a Vincenzo Mollica che li fa conoscere. Data la forte influenza del regista, Manara aveva dedicato proprio al cineasta una storia breve, “Senza Titolo“. Dopo il loro incontro, Fellini gli chiede le illustrazioni per una sceneggiatura che pubblica sul Corriere della Sera. Dopo aver ricevuto il consenso del regista, Manara trasforma il testo di Fellini in un fumetto meraviglioso intitolato “Viaggio a Tulum“, uscito su Corto Maltese. Il rapporto tra i due si consolida a tal punto che Fellini riprende uno dei suoi progetti più personali e nasce Il viaggio di G. Mastorna detto Fernet, pubblicato da Il Grifo, la rivista diretta da Vincenzo Mollica. Manara realizza inoltre i manifesti dei film di Fellini “Intervista” e “La voce della luna“.

All’inizio degli anni Novanta, realizza le tavole a fumetti del Cristoforo Colombo di Enzo Biagi. In questo periodo tra le tante collaborazioni internazionali illustra un libro di racconti di Pedro Almodovar, “El fuego y las entrañas” (Fuoco nelle viscere). Illustra anche Fantasex, raccolta di racconti di erotismo e fantascienza, cui fa seguito la trasposizione fumettistica di tre classici della letteratura:
GulliverianaKamasutra e L’asino d’oro.
Disegna poi tre storie di carattere sociale: Ballata in Si bemolle, dedicata al tema dell’usura, Rivoluzione, sugli effetti della tv sulla massa, e Tre ragazze nella rete, ispirata al mondo di internet. Gli anni Novanta si chiudono con il ritorno di Giuseppe Bergman con quella che si può considerare una delle sue storie più belle, “A riveder le stelle – Le avventure metropolitane di Giuseppe Bergman“.

Dopo tante pubblicazioni in Francia è la volta degli Stati Uniti; grazie ad una collaborazione con la DC Comics, Manara realizza la storia di Desiderio, inclusa nel volume “Sandman – Notti Eterne” di Neil Gaiman. Qualche anno dopo, anche la Marvel Comics commissiona a Manara, in coppia con Chris Claremont, la storia “X-Men: Ragazze in fuga“. Negli anni a venire il rapporto con la Marvel continua con la produzione di molte copertine variant con protagoniste le più importanti eroine dell’universo Marvel.

Realizza 46, una storia a fumetti tra sogno e realtà su Valentino Rossi, pubblicata su Rolling Stones e poi in volume. Dall’inizio degli anni Duemila, Manara lavora al progetto Il pittore e la modella, un viaggio nella storia dell’arte pittorica a partire dal rapporto pittore-modella.

Con l’espandersi della comunicazione, Manara realizza storyboard e consulenza per campagne pubblicitarie, come quelle per Chanel, per lo spot firmato da Luc Besson, Sisley, Fastweb, Eminence, Permaflex, Yamamay e Lavazza.

Dopo numerosi premi e riconoscimenti internazionali, il 20 febbraio 2009 l’Accademia di Belle Arti di Macerata gli ha conferito il titolo accademico Honoris Causa.

Nel 2015 pubblica per Panini Comics il primo volume di un progetto fortemente ambizioso legato alla figura del Caravaggio intitolato “La tavolozza e la spada”. La seconda parte dell’opera, La Grazia, del 2019 sempre per Panini Comics, conclude le avventure del grande Michelangelo Merisi.
Ai primi di maggio del 2023 ha pubblicato il primo volume della versione a fumetti de “Il Nome della Rosa” per Oblomov Edizioni, il capolavoro letterario scritto da Umberto Eco nel 1980, con il quale Milo Manara ha vinto il Premio Coco per il Miglior Disegno durante XIª edizione di Etna Comics.


A proposito dell’evento catanese, ricordiamo che l’autore ha realizzato il manifesto per questa edizione (originariamente creato per l’edizione del 2020, saltata a causa della pandemia) che rappresenta Sant’Agata, la patrona della città di Catania ritratta fra i fiori di zagara con l’Etna sullo sfondo.

Vi lasciamo con la nostra intervista dove, insieme a Manara, ripercorriamo la sua carriera fatta di grandi opere ed artisti che lo hanno segnato.

Ringraziamo di cuore Milo Manara per la grande disponibilità e per aver aperto a noi le porte della sua grande carriera.

Andrea e Veronica di Passion4Fun assieme al grande Milo Manara

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