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Masters of The Universe Revelation: piccola digressione sulla nuova serie animata in streaming su Netflix

– ATTENZIONE POTREBBERO ESSERCI SPOILER, LEGGETE SOLO SE AVETE VISTO TUTTE E 5 LE PUNTATE DELLA SERIE NETFLIX-

Il trailer, uno dei più belli e pompati che abbia mai visto per una serie animata, fonde i ricordi nostalgici degli anni ‘80 con la modernità: un mix frenetico, roboante, con un’animazione che si articola sulle note di “Holding Out for a Hero” dando vita ad un unicum inscindibile di adrenalina pura.

Per la prima volta, quindi, dopo aver visto tre volte di fila il trailer con il volume delle casse “a palla”, decido di avviare subito la visione; di solito il trailer è il biglietto da visita di una serie e, quindi, cominciando a vederla ti aspetti qualcosa di ancora più stupefacente.

Purtroppo, però, dopo una prima puntata con un discreto colpo di scena si entra in un universo completamente differente pieno dei moderni cliché che cominciano a stancare, divenendo ormai troppo ripetitivi e stereotipati.

La trasformazione in He-Man (l’unica!) rievoca più che altro la trasmutazione di Bunny in Sailor Moon; niente a che vedere con l’epicità della trasformazione anni ’80 con l’eco delle parole “Per il potere di Grayskull…” che ancora risuonano nella mente dei più con il motivetto annesso!

Dopo la deludente trasformazione, He-Man, Il Campione, entra in scena ed il suo intervento, evidentemente, risulta poco incisivo; ok, è un eufemismo… He-Man, che ha affrontato una moltitudine di battaglie, qui viene raffigurato come un allocco, uno tutto muscoli e niente cervello che, invece di risolvere la situazione, la complica drasticamente.

Sorceress, difensore del Supremo Potere Magico di Eternia, qui è una maga incompetente, anch’ella credulona ed incapace di risolvere alcunché.

Il personaggio di Orco è davvero irritante fino a quando non compie l’estremo sacrifizio.

Fantaman è a capo di Subternia.

La redenzione di Evil-Lyn e Beast Man è quanto di più ridondante ci possa essere; infatti il principio espresso è che non c’è mai fine al male, ma si è sempre in tempo per redimersi e passare al bene. Concetti, questi, ormai triti e ritriti, anacronistici e, se così resi, davvero superati.

Prima di passare al personaggio focale, però, è intenzione enucleare, qui di seguito, i punti assolutamente positivi:

1) Skeletor è il personaggio rimasto immutato nel tempo: cattivo, sadico, spietato, ma anche molto umoristico;

2) Appare veramente pregevole il fatto di aver rivisto tanti dei personaggi comprimari delle due opposte fazioni.

Personalmente il vero punto positivo, però, è aver ideato un Adam più mingherlino così da differenziarlo bene da He-Man per non cadere nella canonica ed annosa domanda…Come fanno a non capire che Adam è He-Man?

Veniamo ora alla protagonista, la steroidea Teela; per rendere una donna forte ed eroina, hanno deciso di darle un “look strong”, con una muscolatura pronunciata e capelli col ciuffo e rasatura laterale; sembra si voglia emulare, più che altro, Cara Dune (Gina Carano) della serie The Mandalorian, personaggio, a parere di chi scrive, molto apprezzato perché nuovo e ben caratterizzato, non una copia reboot di un personaggio già creato in passato.

Purtroppo non si capisce la necessità di dover caratterizzare in maniera così diametralmente opposta un personaggio già esistente. Qual è lo scopo?

Ci sono già personaggi femminili animati con una propria caratterizzazione

She-Ra, ad esempio, già esiste ed è un personaggio femminile con una sua forte identità. Non c’è bisogno di renderla esteticamente “strong” cambiandole forzatamente il look.

Inoltre, chi non ricorda Cheetara di Thunder Cats e/o la guerriera di Golden Axe?

Sono miti anni ’80, sono belle, sono fiere, sono forti, sono femminili, sono credibili!

Quindi, era così necessario dover prendere una serie animata di successo del passato con i suoi stereotipi e stravolgerla completamente?

Il problema non è nella parità di “Gender”, ma nella caratterizzazione di personaggi del passato adattati nella morsa del politically correct, quanto di più “scorretto”, impari e privo di libertà ci possa essere.

Ci si sta trasformando nel mondo dei cliché al contrario, ovvero tutti gli stereotipi moderni devono forzatamente far parte di una trama, pena il linciaggio mediatico.

Ennesimo esperimento mal riuscito che, però, riempie di aspettative grazie alla ottima promozione pubblicitaria; infatti dopo la prima puntata si comincia a capire che il Trailer è solo una trappola per far abboccare i nostalgici al fine di proporre un prodotto con una trama poco avvincente avente due soli colpi di scena (alla prima e all’ultima puntata) ed un percorso timidamente noioso.

Voto: 5 su 10 con la speranza che possa subire un incremento con le 5 puntate che verranno pubblicate nella seconda parte!

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