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Monkey Punch, Vita E Opere Del Creatore Di Lupin III

Autore di una delle opere più radicate nella cultura pop mondiale, Monkey Punch e il
suo Lupin III hanno per sempre segnato il panorama dei manga di genere seinen, favorendo lo sviluppo di opere per un pubblico maturo.

Le Origini Del Mito

Monkey Punch, all’anagrafe Kazuhiko Katō, nasce in Giappone il 26 maggio 1937 nel paese di Kiritappu (comune di Hamanaka, prefettura di Hokkaido), piccolo centro urbano nel quale trascorse una tranquilla infanzia caratterizzata dallo sviluppo, in maniera completamente autonoma, di un genuino interesse verso il disegno, grazie alla
ispirazione tratta dalle opere del “Dio dei manga” Osamu Tezuka, come da lui stesso raccontato in diverse interviste.

Fin da piccolo si diverte a fare schizzi e bozzetti, una passione che prosegue negli anni e che, durante le scuole medie, lo porta a collaborare con il giornale della scuola, per il quale realizza strisce illustrate, lavorando a stretto contatto anche con altri ragazzi con cui instaura una sana rivalità. Durante gli anni del liceo lavora come assistente radiologo presso il Kushiro Red Cross Hospital dove, di tanto in tanto, realizza disegni e poster per cercare di tirare su il morale dei pazienti; fu in quegli anni che il suo talento fu notato dal direttore dell’ospedale, Michishita Shunichi, che lo incoraggiò a perseguire la sua vera passione, quella di diventare un mangaka, consigliandogli di andare a Tokyo. Fu così che nel 1957, dopo il diploma, il giovane Kazuhiko si trasferisce nella capitale. Lì, per trovare lavoro, si iscrive a un corso di elettronica con la speranza di arrivare a lavorare in una stazione televisiva.

Manga autoprodotti

Negli anni successivi trova lavoro part-time presso una libreria a noleggio (i Kashi-hon, nei quali era possibile noleggiare libri, fumetti e riviste, luoghi in passato molto popolari in Giappone) in cui ha la possibilità, dal 1962, di contribuire a delle antologie di racconti brevi di genere horror e mistero con storie quali Kaidan Yarō e Fukushu (“Vendetta”) pubblicate tra il 1962 e il 1964 su «Kaidan Club».

A sinistra: una copertina di «Kaidan Club», su questa rivista compaiono
le prime storie brevi, horror e thriller, come “Kaidan Yarō” (immaginea a destra),
realizzate dal futuro Monkey Punch

A seguito della crisi dei Kashi-hon, dovuta alla sempre più larga diffusione della televisione, numerosi autori, fra cui lo stesso Kazuhiko, si trovarono senza lavoro; l’autore, tuttavia, non si perde d’animo e assieme ad altri artisti fonda la rivista «Mania Group» nella quale, come collettivo, pubblicano liberamente le loro storie. Per la copertina del primo numero di questa rivista, stampato in sole 100 copie, Kazuhiko realizza una parodia di James Bond che di fatto è il prototipo del suo futuro grande
successo: Lupin III.

Fu proprio in quel periodo che la Futabasha, casa editrice assai modesta all’epoca, si imbatté per caso in quel numero di «Mania Group», restando impressionata proprio dalla copertina e in generale dallo stile di disegno, così unico e diverso, realizzando che era proprio ciò di cui avevano bisogno per rilanciarsi.

Autodidatta di talento

La formazione di Kazuhiko Katō fu, sin dal principio, da autodidatta, venendo influenzato nell’infanzia, non solo dai grandi autori giapponesi, come appunto Tezuka, ma anche dalle serie di animazione americane come Braccio di Ferro e Tom & Jerry, per poi scoprire, crescendo, numerosi classici della letteratura europea, da Agatha Christie a Il Conte di Montecristo, da I tre moschettieri ai libri di Maurice Leblanc, l’autore di Arsenio Lupin. L’autore fu anche notevolmente influenzato dal cinema, grazie alla sempre più larga diffusione della televisione e alla importazione delle pellicole straniere, dai thriller di Hitchcock ai western, fino ai film di azione e spionaggio
alla James Bond. Per quanto riguarda poi lo stile, un ruolo fondamentale giocarono le
immagini pubblicate dalla rivista satirica americana «Mad», così come le pin-up della rivista «Playboy».

Dalle prime opere al successo di Lupin III

Inizialmente Kazuhiko realizzò, per conto della Futabasha, degli Yonkoma, un formato abbastanza comune di strisce brevi composte da massimo quattro pannelli di genere comico e nonsense, indirizzate perlopiù ad un pubblico adulto.

Il suo primo lavoro per la casa editrice fu la serie di Yonkoma intitolata “Playboy Nyuumon” (“Come diventare un playboy”) pubblicata dal 9 luglio del 1966 sulla rivista «Manga Story» e firmato “Mania Group”, un collettivo fittizio di autori in cui lui si firmava con lo pseudonimo di “Eiji Muta”, sancendo il suo debutto come autore professionista.

Azione e sensualità

A seguito della richiesta da parte del caporedattore, Bunjin Shimizu, Kazuhiko si dedica poi alla realizzazione di storie più lunghe e complesse, tipiche dei canoni dei Gekiga (cioè manga più maturi, violenti e realistici) puntando decisamente sul suo stile così unico; inoltre,su suggerimento del suo caporedattore, Kazuhiko, sin dal suo ingresso alla Futabasha, perfeziona il disegno della figura femminile, frequentando appositi corsi e affinando così il suo tratto, che diventa tavola dopo tavola più personale, con figure sensuali riconducibili alle “Bond girls” cinematografiche e alle pin-up americane.
Fu così che nel novembre del 1966 l’autore crea “Kōya no Buyōjimbō” (“Lo sbadato sgherro delle lande”), un western il cui titolo è un gioco di parole fra il nome giapponese del film di Sergio Leone “Per unpugno di dollari” – “Kōya no Yōjimbō” – e “Buyōjin” che
significa “disattento” o “sbadato”.

Tra la fine del 1966 e la metà del 1967 realizza diverse storie brevi (“Pink Guard Man… Hissatsuno Blues” – “Il blues mortale”, “Norowareta Daiya” – “Il diamante maledetto”; “Outsider”), sino ad arrivare, il 7 luglio, a inaugurare la nuova rivista settimanale di manga seinen «Weekly Manga Action», di cui realizza anche la copertina, con la
prima storia di Lupin III.

A sinistra: il primo Yonkoma della serie “Playboy Nyuumon” (“Come diventare un playboy”) pubblicatadal 9 luglio del 1966 su «Manga Story»; al centro: “NorowaretaDaiya” (“Il diamantemaledetto”); a destra: “Pink GuardMan… Hissatsuno Blues”(“Il Blues Mortale”). Già si intravvede il futuro Lupin.

A sinistra: il 7 luglio 1967 esce il primo numero di «Weekly Manga Action».
Sulla cover una pin upin stile “Bond Girl”, di Monkey Punch,
all’interno debutta Lupin III.

Un nuovo nome

Il caporedattore Bunjin Shimizu, volendo attirare l’attenzione dei lettori, già colpiti da quello stile di disegno così diverso, volle creare per il giovane Kazuhiko uno pseudonimo che giocasse sull’ambivalenza del suo tratto, fondendo i nomi Monkey – in onore del personaggio Sun Wukong, lo “scimmiotto” dell’opera “Il viaggio in Occidente” – che piaceva all’autore, e Punch, ispirato all’omonima rivista satirica inglese.
Fu così che, a partire dal mese di dicembre del 1966, con la pubblicazione di “Norowareta Daiya” (“Il diamante maledetto”), l’autore si firma Monkey Punch.
Nome che avrebbe dovuto mantenere per un solo anno ma che, dato lo straordinario successo di Lupin III, avrebbe poi mantenuto pertutta la vita.

A sinistra: “Kōya no Buyōjimbō”; a destra: “Western Samurai”.
Amante della cinematografia mondiale, Monkey Punch non ha paura
di mescolare oriente e occidente, vecchio west e katane.

Dal character designer all’insegnamento

Il successo sulla rivista portò, nel 1971, all’adattamento animato da parte della TMS,
e a sua volta il successo della serie animata spinse Monkey Punch a continuare a disegnare il manga, a cui si dedicò in maniera esclusiva sino al 1972, per poi alternarlo con altre opere. In questo periodo l’autore, oltre a occuparsi del manga di Lupin, creò anche altre serie come “Western Samurai” e “Pandora” e, nel 1980, “Cinderella Boy”, bizzarra storia in cui due partner di un’agenzia investigativa privata, Ranma Hinamatsuri e Rella Cindy Shirayuki, a seguito di un incidente, si ritrovano a condividere lo stesso corpo, alternandosi ogni giorno dopo la mezzanotte. Di quest’opera verrà realizzata dallo studiobMagic Bus, nel 2003, una serie animata arrivata in Italia nel 2004 su MTV.

“Cinderella Boy”: a sinistra il manga, a destra l’anime.
Ranma e Cindy si ritrovano a condividere lo stesso corpo,
alternandosi ogni giorno dopo la mezzanotte
.


Negli anni Ottanta Monkey Punch si dedicò maggiormente all’animazione, occupandosi per la maggior parte dei character design di produzioni animate di opere altrui, come ad esempio “Bocchan”, “Sugata Sanshiro” e “Scoopers”, alternando a queste, comunque, la realizzazione di altre storie di Lupin. Nel corso degli anni, poi, Monkey Punch si dedicò a realizzare i soggetti alla base di numerosi film di Lupin, vestendo, nel 1996, anche il ruolo di regista per il film “Lupin III Dead or Alive” per poi realizzare, nel 1997, il suo ultimo manga, “Senya Ichiya Monogatari” (“Le mille e una notte”), adattamento della nota opera letteraria e contenente numerosi racconti.

Da sinistra a destra: “Bocchan”, del 1980; “Sugata Sanshiro”, del 1981
e “Scoopers”, del 1987; tre produzioni animate per le quali
Monkey Punch ha curato il character design.

Il nuovo millennio

Gli anni dopo il 2000 vedono arrivare all’animazione molte delle sue opere meno note, fra cui Siam Neko – First Mission (in cui ha ricoperto il ruolo di supervisore), il già citato Cinderella Boy, Monkey Punch Manga Katsudo Dai Shashin – Mankatsu (nota in Italia con il nome I corti di Mankatsu e andata in onda nel 2009 in versione originale con sottotitoli sul canale a pagamento Cultoon) e Musashi – Gundoh, opera animata basata su un suo soggetto originale, distribuita in Dvd in lingua originale con sottotitoli in italiano, francese e olandese dalla Kazé.

All’inizio degli anni 2000, inoltre, fondò il J-MAC ( Japanese Manga Artists Club), un
gruppo di artisti specializzati in arte digitale che, con grande sorpresa, raggiunse rapidamente i 1500 membri e, in seguito, creò il Digital Manga Group, un collettivo in cui invitò a partecipare mangaka professionisti del calibro di Gō Nagai, Leiji Matsumoto, Buichi Terasawa (Cobra) e Tsukasa Hojo (City Hunter).

Chiudiamo con la bellissima copertina di “Senya Ichiya Monogatari”
(“Le mille e una notte”), l’ultimo manga realizzato da Monkey Punch

nel 1997, incredibilmente inedito in Italia.

Gli ultimi anni

Ormai già famoso in tutto il mondo, ritornò all’università dove conseguì la laurea in Scienze della Comunicazione per poi dedicarsi attivamente, sino al 2010, all’insegnamento come professore. Monkey Punch ha realizzato, nel 2014, la sceneggiatura per il film live action di Lupin III e, successivamente, ha proseguito la sua vita in assoluta pace e tranquillità – grazie agli introiti provenienti dai diritti del merchandising e delle varie trasposizioni animate del ladro gentiluomo – fino all’11 aprile del 2019, giorno nel quale morì a causa di una polmonite nella città di Sakura, prefettura di Chiba.

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